Gli atleti sostenuti dal progetto fondato da Alex Zanardi hanno vissuto una Paralimpiade da protagonisti.
Tre bronzi e un argento in tre discipline diverse arricchiscono un’esperienza indimenticabile.
Un concentrato unico di emozioni, incroci del destino, rivincite, ascese e cadute. Si sono concluse le Paralimpiadi di Parigi, alle quali hanno preso parte dieci atleti sostenuti dal progetto Obiettivo3, fondato da Alex Zanardi. A livello di risultati il bilancio è stato superiore alle aspettative, grazie a quattro medaglie (tre bronzi e un argento) portate a casa in tre discipline diverse. Ma il successo più grande è stato quello di accompagnare gli atleti in questa esperienza indimenticabile, fare il tifo per loro da bordo pista o da casa, condividendone la gioia per le vittorie e il rammarico per gli imprevisti che inevitabilmente condizionano una prestazione sportiva.
MEDAGLIE. La spedizione di Obiettivo3 si era aperta con la tanto attesa medaglia di bronzo di Angela Procida nel nuoto (100 metri dorso, categoria S2). Dopo i successi mondiali ed europei delle ultime stagioni, la 24enne di Castellammare di Stabia ha conquistato l’unica medaglia che ancora le mancava, quella paralimpica. Ma il volto di Angela si è ritrovato in copertina qualche giorno dopo, quando al termine della gara dei 50 metri, dove ha sfiorato il secondo podio, ha rilasciato un’intervista particolarmente apprezzata e in pieno stile olimpico: «Ogni tanto bisogna provare l’ebrezza del centesimo perso, non sempre il risultato rispecchia la volontà che ci mettiamo». Parole che, ne siamo sicuri, hanno portato un po’ di conforto ad alcuni suoi compagni di Obiettivo3. Dal nuotatore Simone Ciulli, che ha avuto la sfortuna di arrivare a Parigi in condizioni fisiche precarie, passando per le paracicliste Eleonora Mele, Katia Aere e Giulia Ruffato, che possiedono forza e spirito per migliorarsi ancora. Ed è quello che intende fare, nella canoa, anche Veronica Silvia Biglia, che grazie allo splendido quinto posto finale ha già migliorato di parecchio il precedente risultato di Tokyo. L’appuntamento per loro è a Los Angeles, dove vogliono esserci a tutti i costi anche Federico Andreoli e Paolo Totò, a cui è stata assegnata la medaglia della sfortuna. Il tandem azzurro aveva un passo d’oro nella gara in linea, ma prima una foratura, poi la caduta della catena dopo aver rimontato tutto il margine perso, gli ha fatto masticare amaro per il sesto posto. Tuttavia, una delle più grandi lezioni che regala lo sport è quella che c’è sempre una seconda opportunità. Chiedere per conferma agli altri tre medagliati di Obiettivo3. A Daila Dameno non è bastata una grande prestazione nella prova individuale per raggiungere la zona podio nel tiro con l’arco. Ma si è rifatta pochi giorni dopo, nel mixed team in coppia con Paolo Tonon, mettendosi al collo la medaglia di bronzo a 56 anni, 20 anni dopo la sua prima partecipazione alle Paralimpiadi di Atene nel nuoto e 18 anni dopo l’ultima medaglia paralimpica conquistata a Torino nello sci. Il riscatto è anche quello firmato da Ana Vitelaru, che a Tokyo per problemi tecnici era rimasta a bocca asciutta, ma a Parigi, al termine di una volata entusiasmante, si è regalata un bronzo in linea nel paraciclismo (categoria H5) che corona una strepitosa carriera. Ed è un regalo speciale anche per Obiettivo3 e per tutti gli sportivi che amano Alex Zanardi e hanno visto la sua handbike, guidata da Ana, tornare sul podio paralimpico. A proposito di Alex. Federico Mestroni era un suo compagno di Nazionale e ha gioito insieme a lui dopo la vittoria del mondiale a Maniago nel 2018. Era rimasto quello il suo ultimo acuto internazionale prima di Parigi. Dopo qualche stagione in chiaroscuro, il paraciclista friulano si è riacceso nell’appuntamento più importante, conquistando un magico argento nel team relay assieme a Luca Mazzone e Mirko Testa.
ORGOGLIO. Gli atleti di Obiettivo3 sono stati accompagnati a Parigi da una folta delegazione. «La mia prima paralimpiade l’ho vissuta a bordo strada nel paraciclismo a Rio nel 2016», le emozioni di Barbara Manni, responsabile marketing e comunicazione di Obiettivo3. «Lo confesso, fino a quel momento conoscevo molto poco del mondo paralimpico, l’ho vissuto ai margini o di riflesso, osservando quel nuovo mondo di Alex, emozionata e coinvolta dalla sua curiosità, diventata poi passione, e affascinata da quella determinazione che lo ha portato poi a fare cose incredibili nella vita e nello sport. Quando Alex, meno di un anno dopo, mi chiese una mano per concretizzare questo sua formidabile idea, ci ho messo un bel po’ per capire come veicolare il suo messaggio, ma una volta realizzato quanta energia sincera avesse dentro da dare agli altri, tutto mi è diventato più semplice e chiaro. In quel momento non esisteva ancora un progetto così. Obiettivo3 poteva aiutare davvero tante persone e diventare prima di tutto un centro di riferimento, di aggregazione e soprattutto di ascolto per lo sport nella disabilità. Tokio 2021 è stata un’emozione diversa, emozione ed amarezza allo stesso tempo, vissuta a distanza. Alex avrebbe dovuto essere li, a rappresentare l’Italia, ma anche a fianco dei suoi ragazzi, quei 4 atleti, che in pochissimo tempo e con grande sacrificio, erano riusciti a guadagnarsi la qualificazione diventando un esempio per molto altri».
«Un’idea così ambiziosa però non si realizza da soli», continua Barbara Manni. «Serve un lavoro costante oltre alla capacità di reperire risorse e di fare rete. Prima di tutto con le Associazioni, le Società sportive e le Federazioni, verso le quali ci siamo messi a disposizione come ulteriore sostegno per atleti con difficoltà, anche economiche, ma motivati e meritevoli. Abbiamo trovato grande sensibilità e spazio per dialogare e i risultati ottenuti a Parigi 2024 da tutti gli atleti sostenuti da Obiettivo3, sono anche frutto di una collaborazione attiva e sincera. In particolar modo mi sento di ringraziare di cuore il Comitato Italiano Paralimpico, la Federciclismo, la Finp (Federazione Italiana di nuoto paralimpico) e la Fitarco (Federazione Italiana del tiro con l’arco). Concludo con un ringraziamento particolare a Daniela, la moglie di Alex, che lavora con impegno e dedizione quotidiana per far crescere costantemente questa realtà che la rende estremamente orgogliosa».
5 SECONDI. Il progetto 5 secondi si inserisce perfettamente in questo panorama. Lo scopo di Obiettivo3 è quello di aiutare e sostenere gli atleti sia dal punto di vista tecnico e formativo che economico. Proprio in questa stagione un gruppo di imprese e fondazioni ha deciso di unirsi per dare un supporto concreto alle ambizioni degli atleti impegnati a rincorrere la qualificazione alle Paralimpiadi. Il sostegno è stato destinato a migliorare la preparazione di 15 atleti selezionati, attraverso la messa a punto, la personalizzazione o l’acquisto di nuovi ausili sportivi ed equipaggiamenti in varie discipline. Dieci degli atleti selezionati sono quindi riusciti a partecipare ai Giochi di Parigi ma il loro orizzonte non si ferma qui. Sono tutti nuovamente in pista per preparare i prossimi grandi eventi sportivi, a cominciare dai Mondiali di paraciclismo in programma dal 22 al 29 settembre a Zurigo. Di questo pool fanno parte: Dallara Automobili, Lenovo, Würth, Gruppo Chiesi, Allianz Partners, Enervit The Positive Nutrition Company, Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, Fondazione 13 Marzo e Teleperformance Italia.
Obiettivo3 è un progetto realizzato grazie anche al sostegno di: Bmw, Bper, Castelli, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Dolomiti Energia, EA7 Emporio Armani, Garmin, Fondazione Amplifon, Fondazione Allianz UMANA MENTE, Kask, Koo.